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In ricordo di António José Gomes Fournier (25/12/1966 – 25/12/2019)

Pubblicato: Giovedì 26 dicembre 2019

 

Il Dipartimento comunica con tristezza che il Prof. António José Gomes Fournier è mancato nella giornata di ieri e lo ricorda con le parole del Prof. Matteo Rei.

 

António José Gomes Fournier (25/12/1966 - 25/12/2019)

Il 25 dicembre 2019 ci ha lasciato António Fournier, ricercatore e docente di Letteratura portoghese presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino.

Chi lo ha conosciuto non potrà non ricordare, prima di ogni altra cosa, lo slancio d’energia trascinante e coinvolgente che António sapeva trasmettere a chi gli stava vicino. Che si trattasse di un’edizione da preparare, di un convegno da organizzare, del prossimo numero della rivista da lui diretta, era impossibile non lasciarsi contagiare e trasportare dall’entusiasmo che riversava in ogni suo progetto.

Amava la sua terra e si era innamorato del nostro Paese. Da ciò gli veniva il desiderio di far incontrare queste due realtà, di fare in modo, in altre parole, che i portoghesi conoscessero un po’ di più l’Italia e che lo stesso avvenisse da noi per il Portogallo e in particolar modo per la sua Madeira. Era questo intento a orientare il suo lavoro di studio e di ricerca, condotto sempre con brillante intelligenza e costante rigore. 

Ciò che ne è scaturito è stato un copioso numero di articoli pubblicati in volume e in rivista, uno studio fondamentale sulle cronache di viaggio italiane di scrittori portoghesi del Novecento, illuminanti antologie di racconti di autori contemporanei. E poi ancora: una gran mole di testi tradotti, curati, accompagnati da prefazioni o postfazioni (spesso coinvolgendo anche suoi studenti ed ex-studenti); un’incessante attività organizzativa che ha portato a Torino, nel corso degli anni, i principali nomi della letteratura e della critica letteraria portoghese; e infine, per limitarsi solo agli aspetti principali, la creazione, con Alessandro Granata Seixas e Manuel Masini, di quella rivista che, in qualità di “vettore culturale anticonvenzionale” e in accordo con il suo nome (Submarino), ha dapprima trasportato dalle coste lusitane al mare nostrum un inedito Fernando Pessoa, per poi prendere a bordo Cesare Pavese e condurlo, sotto coperta, in un percorso di senso inverso, fino ai flutti dell’Atlantico.

Profondo è il segno che ha lasciato in coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo: i suoi colleghi, gli amici e gli studenti, da cui era molto amato e in cui resterà indelebile il ricordo della sua personalità solare, della sua delicata gentilezza, del suo contagioso entusiasmo.

Ultimo aggiornamento: 26/12/2019 15:56
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